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giovedì 28 settembre 2017

Tavola rotonda "Dacci oggi il nostro debito quotidiano"




E proprio con questo filmato, il discorso che Thomas Sankara tenne all'ONU tre mesi prima di essere assassinato, con il quale rivendicava la volontà di non dover / poter pagare quello del suo paese, che si è aperta la tavola rotonda sul debito.

Tema trattato da diversi punti di vista: quello movimentista e quello cattolico. La nostra condizione di debito, che fino a pochi decenni fa sembrava affare solo del terzo mondo ma che oggi riguarda (anche) tutte/i noi, è stata ben illustrata ai circa 80 cittadini presenti in sala dai tre relatori intervenuti. 

Una condizione che conviene ai nostri "creditori", con motivi e con mezzi perché questa permanga nel tempo, trasformandosi di fatto in una trappola. Una condizione esercitata come "modello di dominazione" (quindi dall'alto) con la "finanza ormai sovrana sulle regole democratiche", sia dal punto di vista puramente economico ma anche con aspetti che riguardano (e condizionano) il comportamento quotidiano di tutte/i noi.


Una trappola dalla quale occorre uscire.....ma come?

Questa serata, nel metodo e soprattutto nel merito, è stata la dimostrazione come un tema così sentito possa interessare una cittadinanza diversificata, portandola a ragionare attorno ad un tavolo.

Una prima occasione si era già verificata lo scorso luglio 2016, quando al termine di una tre giorni a Genova, veniva prodotto un documento, la "Carta di Genova" con la quale cittadine/i e associazioni si sono dati degli obbiettivi comuni per promuovere "dal basso" iniziative per una maggiore sensibilizzazione e una maggiore incisività, con azioni mirate a smontare questa trappola, partendo da un'analisi del nostro debito per capirne cause, conoscerne i veri artefici, analizzare quanto debito sia legittimo, quanto illegittimo, quanto odioso e di conseguenza, quanto debito vada pagato o meno.

Un altro esempio, immediatamente successivo a Genova, è stata l'assemblea di lancio del CADTM Italia, il Comitato per l'Abolizione dei Debiti illegittimi, che lavora in rete a livello mondiale, per l'annullamento del debito illegittimo e che ha visto la sua prima assemblea nazionale lo scorso marzo 2017.

Nella pratica (immediata) si è tornato invece a parlare di Fiscal Compact. Un trattato approvato lo scorso 2012 dagli allora 25 Paesi dell'UE, con il quale si tenterebbe di riportare il rapporto debito pubblico / PIL sotto la quota del 60% (il nostro attualmente si attesta al 132%). 

Se questo trattato entrerà in vigore, saremo ancor di più strangolati da politiche restrittive in materia di spesa pubblica, in quanto per il nostro Paese, si tratterebbe di tagliare la spesa di circa 50 miliardi l'anno per i prossimi 20 anni. Puoi, da subito, firmare la petizione per fermare il Fiscal Compact entro la fine di quest'anno (clicca sull'immagine in alto a destra al nostro blog).

ATTAC Saronno